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Siccome @ciocci mi ha confessato che la cosa gli stava facendo esplodere la testa, e siccome io stesso da tempo ero alla ricerca di risposte adeguate sul tema, ho fatto un po’ di ricerche sull'usanza tutta islandese di celebrare il Natale intonando canzoni pop italiane 🎄🇮🇸🇮🇹
Nel 2016 era uscito un pezzo su @Noisey_IT al riguardo. Il titolo era però fuorviante: "Le canzoni di Natale islandesi sono TUTTE canzoni italiane". Ci sono ovviamente altre canzoni nelle playlist natalizie islandesi; ci sono White Christmas e Oh Holy Night, tanto per dirne due.
Quello che sorprende riguardo le canzoni italiane è che sono riuscite in tre decenni a diventare parte integrante della tradizione festiva dell’isola, al punto che il Morgunblaðið le ha recentemente descritte come "una componente irrinunciabile delle celebrazioni natalizie".
Su COME questo sia potuto succedere, l’ipotesi di Vice è assolutamente verosimile: tutto risalirebbe all’arcinota passione scandinava, e islandese in particolare, per l’Eurofestival. (Passione che nel 2020 diventerà un film Netflix con Pierce Brosnan – ma senza di me, tranquilli)
Insomma tra gli anni ’70 e ’80 gli islandesi hanno conosciuto la musica – tra gli altri – dei Ricchi e Poveri, di Al Bano e Romina, di Umberto Tozzi. Ecco, a un certo punto qualcuno ha ritenuto che le loro canzoni contenessero un che di intimamente natalizio. La domanda è: CHI?
Molti amici islandesi a cui ho rivolto l'interrogativo non sono riusciti a spiegami granché. È stata Olga, una quarantenne di Húsavík innamorata dell’Italia, a indirizzarmi sulla strada giusta: «Penso che tutto risalga a Björgvin Halldórsson», mi ha detto qualche giorno fa.
Classe 1951, Björgvin Halldórsson (detto anche Bo Hall) si afferma sulla scena pop islandese negli anni ’70. Negli anni ’80 recita in qualche film, ma è verso la fine del decennio che la sua popolarità esplode. Il merito è di "Jólagestir", del 1987: un album di canzoni di Natale.
Tra le altre cose, Björgvin & co. inseriscono nell’album l’adattamento natalizio di quattro canzoni italiane, tutte del decennio precedente, che in origine non avevano nulla a che fare coi temi tradizionali del Natale ma che i nuovi arrangiamenti trasformano in hit delle feste.
Si tratta di "Quanto ti amo" dei Collage (tradotta come "Svona eru jólin", cioè "Questo è Natale"), di "Serenata" di Toto Cutugno ("Allt í einu", cioè "All’improvviso"), di “Ci sarà” di Al Bano e Romina ("Þú og ég", cioè "Io e te").
Soprattutto, nell'album c'è "Voulez vous danser" dei Ricchi e Poveri ("Fyrir jól" - "Per Natale"), che Björgvin interpreta insieme a sua figlia Svala, di dieci anni: è il Big Bang dell’invasione italica del Natale islandese.
Gli anni seguenti sono un fiorire di cover per lo più improbabili. La stessa Svala ottiene i primi, travolgenti successi della sua lunga carriera (è attiva e famosa ancora oggi, e nel 2017 ha rappresentato l’Islanda all’Eurofestival) continuando sulla scia natalizia.
"Ég hlakka svo til" (cioè "Non vedo l'ora") è la cover di "Dopo la tempesta", di Marcella Bella, Sanremo 1988. Svala qui canta della struggente attesa del Natale, con "questi giorni che non passano mai". Ha quasi 1 milione di visualizzazioni su Youtube:
"Gente di mare", 3a classificata all’Eurovision 1987, diventa quasi di diritto una canzone di Natale: "Komdu um jólin", cioè "Vieni, Natale". Anche Spagna si inserisce nel filone con "Gente come noi", che diventa "Þú og ég og jól" ("Io tu e il Natale"):
Rimangono i Ricchi e Poveri, ad ogni modo, i più saccheggiati. "Chi voglio sei tu", Sanremo 1989, diventa "Þú komst með jólin til mín", cioè "Mi hai portato il Natale". Il vero capolavoro ispirato al trio genovese è però un altro.
Si tratta di "Nascerà Gesù", del Sanremo ‘88. Nonostante il titolo, nemmeno questo pezzo nella sua versione originale parlerebbe di Natale, ma in Islanda evolve in un convincente “Manstu það?”, cioè “Ti ricordi?” (di quando abbiamo camminato nella notte…)
Tra le numerose popstar che negli anni si sono cimentate con l’operazione, un posto speciale lo merita senza dubbio Helgi Björnsson, altro monumento del pop nazionale, che nel 1995 ha inciso quella che è stata eletta "canzone islandese di Natale più bella di tutti i tempi".
Si intitola "Ef ég nenni" e altro non è che "Così celeste" di Zucchero:

Öll heimsins undur, ef ég þá nenni
Færi ég henni, ástinni minni

(Tutte le meraviglie del mondo, se mi do da fare
Porterò a lei, il mio amore)
Tuttavia rimane Björgvin il capostipite e l’indiscusso riferimento di tutta questa storia. Dopo "Jólagestir", ho contato altre otto sue raccolte natalizie: Björgvin ha riarrangiato Franco Califano e Drupi, Andrea Bocelli e Michele Zarrillo, Claudio Villa e persino Roberto Murolo.
"Mín bernskunnar jól" ("Il Natale della mia infanzia", 1995) è un ardito salto nel mondo della canzone napoletana. Che ci crediate o meno, quella cantata di seguito da Sigríður Beinteinsdóttir è "I' te vurria vasa’":
In un thread Reddit aperto nelle scorse ore sul tema, un utente islandese ha detto di non riuscire a spiegare PERCHÉ i suoi connazionali amino così tanto vecchie canzoni italiane in salsa natalizia. «Ma ci piacciono anche canzoni nuove», ha aggiunto. «Come “Soldi”, per esempio».
In attesa di sapere se qualche islandese di buona volontà e discutibile estro proverà ad aggiungere slitte e campanelli alle sonorità di Mahmood, qui c'è la playlist con tutti i pezzi elencati in questo thread (più qualcun altro, a sorpresa). Gleðileg jól! open.spotify.com/playlist/4YIs0…
Mi sono accorto che in nessuno dei tweet precedenti ho linkato una foto del nostro idolo. Ecco dunque Björgvin in una foto di pochi mesi fa, circondato da neve finta. In un'intervista di giugno a @visir_is ha dichiarato che dopo qualche problemino è finalmente tornato a cantare.
Agevolo infine per completezza una comoda legenda che consenta di associare ciascuna canzone della playlist alla sua progenitrice italiana 🎶
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