#MdT 1982 – Lui è Benito Atzei. Benito è nato a Gonnostramatza, in Sardegna. Nel 1932 si è trasferito in Piemonte dove è responsabile della Stazione dei Carabinieri di Corio, luogo in cui vive assieme alla moglie e ai due figli. 
#MdT 08/10/1982 - Oggi il brigadiere Atzei insieme al un giovane ausiliario Giovanni Bertello sta controllando il traffico nella frazione di Remondato. Normali controlli di routine.
#MdT 08/10/1982 – Ore 17.20 Arriva una Renault 5 a velocità sostenuta. Che si ferma all’alt. Benito si avvicina mettendosi la mano alla visiera in segno di saluto. Non fa in tempo a parlare. Una scarica di colpi sparati dall’auto lo colpiscono all’addome uccidendolo sul colpo
I terroristi scendono e sparano al collega Giovanni. Che cade. Giovanni è ferito, ma ancora vivo. Lo prendono a pedate. Poi lo vogliono finire, ma con la sua mitraglietta M12. Che fortunatamente si inceppa. I terroristi fuggono
Il giorno seguente la rivendicazione al quotidiano “La Stampa”: “Qui Potere Rosso. Rivendichiamo l’annientamento e il disarmo della squadretta di Corio”. Le indagini per individuare gli assassini di Atzei procedono spedite e due giorni dopo le forze dell’ordine hanno i nomi.
Era stato semplice. La Renault 5 era di proprietà di uno dei terroristi. Era bastato risalire al proprietario dell’auto per ricostruire le rete dei complici. Arrestati dalla Digos a Torino mentre preparavano una rapina, furono condannati all'ergastolo in primo grado nel 1985
In appello la condanna fu confermata, ma la pena ridotta a 21 anni. Nel 1988 uno degli assassini lasciò il carcere per sposarsi. Un altro si pentì subito e fece pochi anni di galera. Oggi è libero.
Il giorno dei funerali di Benito la Chiesa era gremita e tutta la cittadinanza presente per dargli l’ultimo doveroso saluto. “Padre attivo e consapevole, grande amico dei bambini con i quali non disdegnava di giocare. Uomo sempre giusto e disponibile”, lo ricordò il parroco.
Benito aveva 48 anni quando è stato ucciso. Mentre faceva solo il suo dovere.
In quel preciso momento la moglie Nadia e il figlio Fabrizio di 14 anni stavano festeggiando il compleanno dell'altra figlia Elena, di 9 anni.
La piccola aveva invitato tutte le amichette di scuola.
In quel preciso momento la moglie Nadia e il figlio Fabrizio di 14 anni stavano festeggiando il compleanno dell'altra figlia Elena, di 9 anni.
La piccola aveva invitato tutte le amichette di scuola.
Non dobbiamo dar voce a chi ha scatenato quella violenza, ma a chi l’ha subita. Alle vittime, ai loro famigliari e anche a quanti sono stati feriti.
Bisogna far sopravvivere il ricordo di quelle terribili vicende. Lo dobbiamo a quelle vittime innocenti.
Bisogna far sopravvivere il ricordo di quelle terribili vicende. Lo dobbiamo a quelle vittime innocenti.
