Vittime di terrorismo o di mafia.
Vi ho raccontato spesso anche di vittime invisibili, con storie sconosciute ai più.
Purtroppo ci sono vittime invisibili, ancora più invisibili di altre.
Questa la storia di una di queste vittime.
Oggi per lui è un giorno importante, particolare.
E' felicissimo.
E’ appena stato eletto nel primo Consiglio comunale del suo paese, appena distaccatosi da San Cipriano d’Aversa.
Malgrado le minacce, mette subito mano al piano regolatore e blocca una serie di appalti concessi senza gare regolari a imprese vicine alla camorra.
Un sicario gli ha appena sparato.
E’ stato sciolto per decreto del presidente della Repubblica. Antonio ora è sulla sedia a rotelle per colpa di quell’agguato.
Aveva provato a mettersi contro la camorra.
Ma era stato sconfitto.
Antonio è in casa quando sente suonare il campanello.
Il parroco di Casapesenna, don Luigi Menditto e alcuni esponenti dei comitati dei cittadini, gli propongono di candidarsi a sindaco per la lista civica "Insieme per Casapesenna"
Antonio, invalido in carrozzella, alla fine accetta.
Diventa sindaco con 4.000 voti.
Ricomincia la lotta.
Ma durerà poco.
Continua a incontrarli, a incitarli, a seminare speranza.
Proprio lui che non è riuscito neanche ad avere giustizia e verità, dopo l’assoluzione dei suoi killer.
Con gli anni le condizioni di salute sono notevolmente peggiorate. Ha lottato, ma il male oggi ha vinto.
Antonio è morto.
“Ha amato la giustizia, l’ha cercata e ha pagato per lei”, sono le parole del parroco al funerale.
Troppo solo Tonino, una storia dimenticata in fretta
La storia di un'altra vittima invisibile.
Più invisibile di altre.