Thread by @paolo_vanin

Qualche considerazione in ordine sparso a margine della lettura di questo rapporto dell'Imperial College, imperial.ac.uk/media/imperial….

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Thread qui sotto.

Se vogliamo evitare un'ecatombe, specialmente fra gli anziani, con morti nell'ordine del mezzo milione in paesi come l'Italia e vari milioni in Europa, è probabile che l'attuale lockdown debba rimanere in vigore a lungo,

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magari in maniera intermittente, ma per buona parte del prossimo anno e mezzo, finché non avremo un vaccino. Questo perché, anche se le restrizioni sono efficaci, quando vengono rimosse il virus torna a diffondersi.

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1) I costi (economici, sociali, psicologici, politici e di altra natura) di un lockdown prolungato saranno enormi. La priorità è ridurli. Uno dei metodi più efficaci, che potrebbe consentire interventi più mirati e restrizioni più leggere per l'intera popolazione,

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sembra essere quello di fare test a tappeto, anche alla popolazione asintomatica, tracciare i contatti e isolare tempestivamente gli infetti e i loro contatti. Questa strategia, raccomandata dall'OMS, è più facile da attuare quando gli infetti sono pochi.

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L'Italia e molti altri paesi hanno perso la prima opportunità per farlo, ma ne avranno una seconda quando l'attuale lockdown ridurrà la diffusione del virus. L'investimento prioritario mi sembra dunque quello in capacità di somministrazione e analisi di test a tappeto,

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tracciamento dei contatti e loro isolamento. Parte del diritto alla privacy a cui siamo abituati dovrà essere sospeso. Realizzare queste cose in maniera accettabile è difficile, ma è prioritario.

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2) È ovvio che politica monetaria e fiscale dovrebbero essere straordinariamente espansive. Tentennamenti come quelli delle parole iniziali di Christine Lagarde devono sparire. È possibile che servano anche misure straordinarie, normalmente sconsigliate.

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3) La chiusura prolungata degli spazi pubblici esacerberà le disuguaglianze. Le sofferenze saranno distribuite in maniera fortemente diseguale. Alcuni settori e alcune categorie di lavoratori soffriranno molto più di altri.

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I poveri patiranno più dei ricchi, perché dipendono più di questi ultimi da beni e servizi pubblici e perché hanno minori risorse per compensare. I figli dei primi pagheranno un prezzo più alto di quelli dei secondi per una chiusura prolungata delle scuole.

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I più deboli nelle famiglie patiranno doppiamente, perché reclusi in casa come tutti, ma in convivenza obbligata con i più forti, a loro volta in condizione di malessere. Bisognerà pensare a interventi redistributivi e compensativi straordinari.

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4) Non so prevedere le conseguenze politiche e geopolitiche di queste misure. La sospensione delle libertà, per quanto giustificata e temporanea, è sempre una china pericolosa. La paura genera mostri.

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La mancanza di solidarietà finora mostrata nell'UE e le politiche di chiusura delle frontiere possono rafforzare ulteriormente i nazionalismi, la xenofobia e le rivendicazioni identitarie.

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È necessario mettere in campo strumenti di solidarietà e mutua assicurazione che non si sono visti finora. E sarà anche necessario il massimo di trasparenza per rendere le restrizioni condivise e accettabili.

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Le scelte politiche da fare sono tutte difficili. Più riusciremo a ridurre la durata del lockdown e i suoi costi, più facile sarà uscirne in maniera accettabile. Mettiamoci però nella prospettiva che con molte restrizioni dovremo imparare a convivere regolarmente

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nel prossimo anno e mezzo, magari con qualche boccata d'aria, come quella che in Italia potremmo iniziare a vedere, si spera, a maggio. Ognuno per la sua parte, intanto, dovremo trovare il modo di convivere al meglio con il lockdown, con il massimo di solidarietà verso gli altri.