Come avevo promesso alla fine del thread precedente sulla morte di Antonino Cassarà, vi racconterò di una storia incredibile. Quella dell’agente Natale Mondo. Ricordate? L'unico sopravvissuto all’attentato.
Natale Mondo era nato a Palermo il 21 ottobre del 1952. Si era arruolato in Polizia nel 1972, prestando servizio presso un reparto del ministero dell'interno, poi alla questura di Roma, di Siracusa e infine a Trapani. E lì aveva conosciuto Antonino Cassarà. 
Cassarà se l’era portato a Palermo ed era diventato non solo il suo autista, ma il suo braccio destro. Torniamo ora a quel 6 agosto del 1985. Ricordate? Natale era scampato miracolosamente alll’attentato. Cassarà e l’altro agente Roberto Antiochia erano morti, ma lui era vivo.
#MdT 10/1985 – Alcune intercettazioni, effettuate prima e dopo l’uccisione di Cassarà, portano ad una conclusione sconvolgente. Esiste un collegamento tra l’agente Natale Mondo e Tony Duca, boss coinvolto in un traffico di stupefacenti affiliato ai clan mafiosi Fidanzati e Ciulla
Di più. In alcune conversazioni intercorse tra il boss e la moglie, si parla di Natale con riferimento a imprecisati “documenti” da consegnare all’agente. E di una “ruota di scorta” (droga) da trasportare da Palermo a Roma
Gli inquirenti arrivano ad una conclusione. Ricordate quando Cassarà aveva avvisato che sarebbe andato a casa e lo stavano aspettando? Era lui, Natale, la “talpa” all’interno della Squadra mobile. Colui che aveva informato i killer di che Ninni Cassarà stava rientrando a casa.
#MdT 1986 – Su ordine di cattura messo dalla Procura di Palermo, Natale Mondo viene tratto in arresto insieme ad altre 10 persone. L’accusa? Far parte di una associazione dedita allo spaccio di stupefacenti. E di essere la “talpa” che all’interno della Questura avvisava i boss.
A Natale cascò il mondo addosso. Passò giorni terribili prima di riuscire a dimostrare che sì, lui era in contato con le cosche, ma era stato lo stessa Cassarà (che si fidava ciecamente) a infiltrarlo in una associazione dedita agli stupefacenti spingendolo a fare alcuni “affari"
L’inchiesta si sgonfiò e Natale venne del tutto scagionato. Grazie anche alla vedova di Cassarà. Non era un mafioso. Non era lui la talpa.Lui voleva bene ad Antonino. L’uomo che lo voleva sempre al suo fianco. Natale da quel giorno aveva un solo cruccio. Non essere morto con lui
#MdT 14/01/1988 – Ore 14.00 Natale ha concluso il suo turno nella sala operativa della mobile. E' il suo nuovo incarico. Malgrado l'assoluzione lo avevano "defilato". Ma non importava. La moglie Rosaria e le sue bambine Dora e Loredana, di 8 e 3 anni, potevano essere fiere di lui
#MdT 14/01/1988 – Via Papa Sergio, nel quartiere Arenella di Palermo. Natale è arrivato davanti al negozio di giocattoli gestito dalla moglie, “Il mondo dei balocchi”. Mentre sta per entrare due boss Salvino Madonia e Agostino Marino Mannoia lo crivellano di colpi.
Arrestandolo gli inquirenti avevano fatto saltare la sua copertura. I giornali lo avevano dipinto come mafioso. Si era difeso ed era stato scagionato. Ma la mafia ora sapeva che era un traditore. Ed era stato condannato a morte. Lui lo sapeva che quel momento sarebbe arrivato.
Sono poche le persone che sono state uccise due volte. Una è Natale Mondo e l'altra Giovanni Falcone. Entrambi subirono la gogna mediatica e ad entrambi uccisero la dignità, ancor prima della morte violenta. Non dimentichiamoli mai.
Natale era un eroe. Lo era in vita. Ma lo Stato si ricordò di lui troppo tardi. 11 anni dopo la sua morte fu insignito della medaglia d'oro al valor civile alla memoria. E fu promosso. Conferita, postuma, per merito assoluto, la qualifica di assistente capo.
La mafia oggi non mette bombe. Non uccide uomini dello Stato. Non ne ha bisogno. Ha cambiato pelle. Non fa più rumore. Oggi Cosa Nostra è soprattutto business internazionale, economia e appalti. Difficile sconfiggerla. Soprattutto se la la politica continua a guardare altrove.
