Thread by @JohannesBuckler

#MdT 25/03/2003 – Iraq. Dispersa. Ufficialmente “Missing”. Lei è Jessica Lynch, 19 anni. Due giorni prima, nei pressi di Nassiriyah, un furgone dell'esercito USA con a bordo 15 militari è stato attaccato dall’esercito iracheno.
E lei è stata catturata

#MdT 03/04/2003 - Washington Post. Viene descritta l’azione e la sua resistenza epica: "pur avendo subito ferite d'arma da fuoco...ha continuato a sparare a parecchi soldati iracheni...fino ad esaurire le munizioni".

Lynch è stata catturata, sicuramente violentata e torturata dagli scherani di Saddam Hussein. Il mondo intero si mobilita. Bisogna fare qualcosa, bisogna liberarla, a qualunque costo.
E così avvenne.

#MdT 01/04/2003 – La CIA ha localizzato l’ospedale dove si trova Jessica. E’ l’ospedale Saddam a Nassiriyah. E’ mezzanotte. Gli elicotteri Black Hawk atterrano nel recinto dell’ospedale. Tagliano l’elettricità e entrano.
Si sentono grida "Go! Go!".

I Marines puntano diritti verso la stanza di Jessica. Lei è lì, nel suo letto (dove è stata torturata…) tuta azzurra, fratture alle gambe, un braccio ferito. Occhi sbarrati, i bei capelli biondi incollati alla fronte.
Jessica viene caricata su una barella e condotta in salvo.

Il 23 luglio 2003 Jessica può tornare finalmente a casa. E tutti raccontarono la storia di questa “eroina”, catturata, ferita, violentata dagli scherani di Saddam Hussein e poi liberata dai gloriosi soldati americani.

Già. Peccato che non fosse vero niente.
Certo, l’esercito iracheno l'aveva catturata ed essendo ferita l’aveva portata all’ospedale di Nassiriya. Per il resto, un’incredibile strategia di marketing tipica di Hollywood per “vendere” la guerra in Iraq.
Com’era andata veramente?

Prima di tutto il medico responsabile dell’ospedale, Harith al-Houssona, che aveva avuto in custodia dagli iracheni Jessica, aveva cercato, il 30 marzo, di riportare la ragazza dietro le linee americane, ma la sua ambulanza era stata presa a fucilate proprio dagli americani.

Era quindi stata riportata indietro. Quando il commando Usa aveva assaltato l’ospedale, dove Jessica era ricoverata, non c’era nessun soldato iracheno. Gli americani avevano messo sottosopra l'ospedale, malmenando medici e pazienti, senza trovare nessuna resistenza.

Il quotidiano inglese “Guardian” rintracciò gli iracheni con cui la soldatessa aveva avuto a che fare. Affermarono che Jessica era stata protetta dal personale militare iracheno e dallo staff dell'ospedale e che era stata trattata bene durante il suo soggiorno all'ospedale.

Jessica stessa confermò tutte le testimonianze. Disse di essere stata trattata umanamente. E accusò il governo degli Stati Uniti di aver creato una storia. "Quello non ero io, non ho intenzione di prendermi il merito di qualcosa che non ho fatto ... sono solo una sopravvissuta."

Al governo serviva una storia eroica da dare in pasto al pubblico. Non avendola sul campo se l’era costruita. Non significa che tutto è costruito. Ma se è costruito, prima o poi la verità viene a galla.
Ricordando, che l’arma più forte e più potente rimane sempre la menzogna.