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Facciamo un esperimento mentale sul vicepresidente Salvini. AL termine di questo esperimento dovremmo avere le idee più chiare. /1
Iniziamo levando la barcaccia, il labbro inferiore pendulo del bullo in cerca di guai. Pensiamo a una faccia da bravo ragazzo, che ne so, Macron o addirittura Trudeau. Fatto? /2
Leviamo il tono passivo aggressivo («eh, ma se lei non mi lascia parlare ...», il buttarla sullo scherno, diamogli una dialettica ferma e asciutta, senza esagerazioni. /3
Questa è più difficile: leviamo l'ossessione per migranti e ONG, immaginiamo che abbia delle idee, ma le tenga per sé, perché si concentra su altro. Teniamo solo la promessa di rimpatriare 600.000 clandestini. /4
Leviamo le dirette Facebook, le foto su Instagram e Twitter, leviamo le canottiere, i panini e i piatti di pasta irriconoscibile. /5
Concentriamoci ora su un programma economico che prevede sgravi fiscali massicci, con noncuranza per scuola e sanità, ma per un politico di destra ci può stare. /6
Quindi ci teniamo la Flat Tax, l'abolizione delle accise e il resto del programma economico. /7
Alla fine del nostro esperimento, abbiamo un politico di destra, asciutto e pragmatico con un programma politico non troppo attento al sociale, ma di sicura presa sul ceto medio dei lavoratori autonomi. /8
Adesso, domandiamoci: se questo fosse tutto quello che ci dovremmo giudicare, che giudizio potremmo avere su questo politico di destra? Un parolaio, un inconcludente. /9
Forse, quindi, il putiferio di questi giorni su 42 migranti è indispensabile per creare un seguito e dare un risultato in termini di popolarità. /10
Tutto questo, richiede la contrapposizione, sempre più contrapposizione, sempre più violenta. Ma questo crea il pericolo che qualcuno, a furia di sentirsi indicare dei bersagli li colpisca. /11
In effetti, crea dei rischi anche per chi ha bisogno di dividere il mondo in due fronti in lotta per poter stare da una parte. Berlusconi ha usato per anni questa tecnica, ma ne ha subito qualche conseguenza, anche un assalto con un souvenir di plastica. /12
Infine, quando i nemici immaginari saranno finiti, o avranno stufato, torneremo da capo. Un rodomonte inconcludente, con un'altra stima di sé stesso che non si riesce a condividere. Non più un Orlando, ma un Don Chisciotte senza grandezza. /13
Lasciamo perdere, quindi il gioco dei due fronti e cerchiamo di arrivare più in fretta all'ultimo punto. Che sia un personaggio piccolo, debole, malvagio, crudele, gretto e pavido non ha bisogno di essere ripetuto ogni giorno. //
