Il gatto nel carbone, in tedesco.
THREAD
Dalle analisi emerge che la transizione energetica in Germania provocherà uno sconquasso in tutta Europa. Infatti, chiudere completamente le centrali nucleari e a carbone (entro il 2022 e il 2038 rispettivamente) provocherà
THREAD
Dalle analisi emerge che la transizione energetica in Germania provocherà uno sconquasso in tutta Europa. Infatti, chiudere completamente le centrali nucleari e a carbone (entro il 2022 e il 2038 rispettivamente) provocherà
un ammanco di potenza elettrica per oltre 50.000 MW. Il piano approvato in Germania pochi giorni fa prevede che entro il 2030 il 65% dell'energia elettrica provenga da fonte rinnovabile e prevede compensazioni in denaro per circa 45 miliardi di euro ai Länder per la riconversione
delle aree industriali e il sostegno all'occupazione. Altri 5 miliardi di euro andranno direttamente alle aziende produttrici quale indennizzo. Tre dei quattro Länder interessati sono all'Est, zone in cui difficilmente potranno essere recuperati posti di lavoro, considerate
l'economia depressa dell'Est e la bassa qualifica dei lavoratori. Nell'altro Länder, il Nord Reno-Vestfalia nell'Ovest, le cose non andranno molto meglio: la de-industrializzazione ha creato nel bacino della Ruhr un'area economicamente depressa e socialmente in tensione.
(Naturalmente di questo i giornali non parlano, ché la Germania deve sempre essere dipinta come il Paradiso terrestre).Per rispettare il piano, la Germania dovrebbe installare almeno 5.000 MW di impianti eolici all'anno, ma il rispetto del piano si presenta arduo, considerato che
sulla terraferma tali impianti sono via via sempre più avversati dai cittadini, che li ritengono (giustamente) ad alto impatto ambientale, considerate le lungaggini burocratiche (sì, ci sono anche lì) e anche considerato che una tale enorme domanda di impianti e componenti
mette in crisi tutta la catena dei fornitori. Nel 2020, forse, la Germania riuscirà ad installare al massimo 1.800 MW eolici. Inoltre, è previsto lo sviluppo di nuova capacità di produzione a gas, aumentando l'import di gas dalla Russia
e quello di LNG (Gas Naturale Liquefatto - sono in costruzione terminal di rigassificazione). Trump da tempo spinge affinché la Germania acquisti LNG americano e la Germania diventerà concorrente, in acquisto, del Giappone e della Cina, grandi acquirenti di LNG. Ciò potrebbe
provocare (quasi certamente provocherà) un aumento dei prezzi del LNG e, quindi, dell'energia elettrica. Questo significa che la Germania sarà costretta a mantenere in esercizio i vecchi impianti più a lungo del previsto. Oppure dovrà fare ricorso all'import
di energia elettrica dai paesi vicini, da Francia e Svizzera in particolare (ma non solo). Questo creerebbe nuovi flussi transfrontalieri di energia, che potrebbero causare problemi sulla rete di trasporto europea e accrescendo le necessità (e gli oneri) di bilanciamento.
Complessivamente, quindi, la transizione energetica della Germania impatterà sul mercato del gas e su quello del LNG mondiali, provocando quasi certamente un innalzamento dei prezzi medi dell'energia elettrica all'ingrosso in Europa nei prossimi dieci anni. Ciò anche considerando
gli accresciuti fabbisogni di bilanciamento della rete, che diventerà più complessa e più costosa da gestire. Essendo il prezzo italiano già alto, è possibile che l'Italia risenta meno di tali aumenti. Ma parlando di prezzi italiani, al momento è difficile dire quali direzioni
prenderà la transizione, soprattutto se l'Italia diventerà esportatore di energia verso la Germania, cosa possibilissima. In sintesi, la Germania si avvia a diventare un buco nero energetico che inghiottirà tutta l'energia elettrica prodotta in Europa.
P.S.: paradossalmente, anzi no, è appena entrata in funzione una nuovissima centrale a carbone, Datteln 4 da 1.100 MW, nell'omonima città della Renania settentrionale.
(Nella tabella il calendario delle chiusure delle centrali a carbone secondo il governo tedesco).
