Nel raccontarvi della Milano anni’70 e della criminalità di quegli anni vi ho elencato tre protagonisti. Renato Vallanzasca, il “Renèe della Comasina, Francis Turatello, “faccia d’angelo”, il bandito gentiluomo e Draga Petrovic. Dimenticando Angelo Epaminonda, detto il Tebano. 
Forse la sua banda (i suoi chiamati “indiani” perché avevano il compito di prendere gli scalpi di chi in città osava opporsi) fu il punto più basso della storia della città. Perché non erano solo criminali. Erano veramente dei fuori di testa (drogati) che uccidevano senza pietà.
Magari qualcuno ricorderà la strage i Via Moncucco, al ristorante "La strega" avvenuta il 3 novembre del 1979 . Un regolamento di conti tra gli uomini di Angelo Epaminonda e la banda di Francis “faccia d'angelo” Turatello.
L'obiettivo della strage è Antonio Prudente. Dopo la sparatoria rimangono otto cadaveri sul pavimenti. Per non lasciare tracce i killer uccisero anche la compagna di Prudente, due amici della coppia, clienti e perfino la cuoca, con un colpo alla nuca all'ingresso della cucina.
Cioè, tu andavi a cena fuori e ti poteva capitare di finire in mezzo ad una sparatoria tipo Chicago anni ’20.
Ma a Milano, su bische e prostituzione, cocaina, rapine, aveva sempre comandato Turatello. Come aveva fatto Epaminonda il “Tebano” a prendere il suo posto? Vediamo.
Ma a Milano, su bische e prostituzione, cocaina, rapine, aveva sempre comandato Turatello. Come aveva fatto Epaminonda il “Tebano” a prendere il suo posto? Vediamo.
#MdT 02/04/1977 - Francis Turatello, all'anagrafe Francesco Turatello, viene arrestato. Processato per una lunga lista di reati, viene condannato a una lunga detenzione che deve scontare sotto il regime di carcere duro. Non importa.Dal carcere guida ancora i suoi affari a Milano
(Dovete sapere una cosa. A Milano comandava lui perchè giravano montagne di soldi a Milano. Arrestato più volte usciva subito. Facile “quando sul libro dei debiti hai segnato giudici e poliziotti col vizio delle carte”, amava raccontare.
Ma finalmente era stato arrestato per omicidio ed era finito nel carcere di massima sicurezza nuorese di Badu 'e Carros, in Sardegna. Ma in quel carcere ci sono altro boss. Faro e Maltese, Barra e Andraous uomini di Raffaele Cutolo. Che ha deciso di cambiare le cosa a Milano.
Cortile del carcere. Solo tutti insieme i boss. E spuntano coltelli. E quaranta coltellate finiscono nel corpo di Turatello. Chi è stato non si saprà mai. Barra, detto ‘O animale? Coi suoi 16 tatuaggi, per ricordare quanti ne aveva ammazzati? O Andraus? O Faro? O Maltese.
Cutolo disse che lui non c’entrava niente. E anche Epaminonda il Tebano disse che lui non c’entrava. Ma dopo la morte di Turatello lui iniziò a comandare bische, prostituzione, cocaina, rapine. Tutta roba che era di Turatello. Finalmente il Tebano era il re di Milano.
#MdT 30/09/1984 – Angelo Epaminonda viene arrestato grazie ad una soffiata di Tommaso Buscetta. E ci mette dieci minuti a decidere di parlare perché sa che in carcere morirebbe come un cane. Si pente subito (ma guarda un po’) diventando il primo pentito di mafia a Milano.
E raccontò ogni dettaglio di quarantaquattro omicidi. Ma lui personalmente, disse, “solo” diciassette. Già, perché come si diceva allora, “li raccoglievano con le ruspe, la mattina, i cadaveri a Milano in quegli anni".
Si pentirono tutti alla fine, Maltese, Andraous, Barra, poi Faro cercò d’ammazzare Andraous, durante un processo. E poi il catanese Jimmy Miano sparò contro il presunto mandante dell'omicidio Turatello nell'aula bunker di San Vittore a Milano.
I giudici della corte d'assise inflissero a Epaminoda 29 anni di carcere. Ma di prigione ne fece pochissima. Finì in una località segreta assieme alla sua famiglia, protetto, grazie alle normativa sui pentiti.
Sappiamo che è morto nell'aprile 2016 all'età di 71 anni.
Sappiamo che è morto nell'aprile 2016 all'età di 71 anni.
Dopo la violenza della Banda Cavallero del 1967 e quella violenta e sanguinaria degli anni settanta, con l'arresto di Angelo Epaminonda, detto il Tebano, finisce il tempo della mala milanese.
Da quel giorno, a Milano, la criminalità è più silenziosa e sotterranea. Gestiscono appalti, gestiscono i rapporti infiltrandosi nelle istituzioni, gestiscono il mercato della droga. Senza spargere troppo sangue.
Con qualcuno che rimpiange ancora i tempi della mala.
Con qualcuno che rimpiange ancora i tempi della mala.
