Io, Annunziata Verità, 18 anni;
Carlo Casalini, 50 anni, celibe;
Emilio Nanni, 35 anni, sposato, con un figlio di 7 anni;
Luigi Sangiorgi, 33 anni. celibe;
Giuseppe Savini, 36 anni, sposato, e padre di due bambini.
Quelle parole mi risuonarono nella testa tutta la notte.
Fino alle 4.00 del mattino quando ci caricarono su un camion. Con noi una decina di fascisti con mitra e moschetti e alcuni tedeschi.
Direzione: cimitero di Rivalta.
Girati di schiena come si fa con i traditori.
Le braccia sollevate in alto contro il muro.
Non riuscivo nemmeno a piangere.
E poi l’ordine di Raffaeli: “Plotone attenti. Caricare. Puntare. Fuoco"
E come ogni anno, io, Annunziata Verità, sono qui davanti alla lapide che ricorda i miei quattro compagni morti fucilati quel giorno.
Eppure dopo i primi colpi ero stata proprio io, Nunziatina, a cadere.
Non credo ai miracoli.
So solo che sono sopravvissuta.
Mi slegai da sola dalle corde, con i denti.
Quando i fascisti scoprirono che non ero tra i cadaveri io ero già in fuga verso i monti.
E’ morto tranquillamente nel suo letto nel 1981.
Mai condannato, come gli altri otto fascisti responsabili.
Furono condannati a pene pesanti in primo grado, poi arrivò l'amnistia di Togliatti, poi la Cassazione ribaltò le condanne e alla fine degli anni Cinquanta erano tutti liberi.
E Raffaele Raffaeli, il crudele Raffaeli?
"La ragazza ribelle. Annunziata Verità, storia, amori e guerra di una sopravvissuta alla fucilazione fascista"
di Claudio Visani