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Vi chiederete: come mai da quando hanno eletto #Trump e #Salvini tutte le ricerche dimostrano che sono aumentati crimini di odio e violenza? C’è un meccanismo psicologico che si chiama #imitazione, esiste anche il contagio psichico. In più non ci si vergogna più
L’imitazione è intuitivamente comprensibile: imito gli atteggiamenti e opinioni del gruppo o del capo. Il contagio psichico avviene quando pregiudizi e paure del gruppo ti contagiano. La vergogna scompare quando il male è socialmente accettato
Bisogna sapere che noi non siamo monadi ma esseri “ pucciati “ nel nostro ambiente, lo respiriamo. Può migliorarci così come ammalarci. Inoltre siamo animali sociali e tendiamo ad aver bisogno di essere in un gruppo ( segue )
Se nel nostro gruppo o ambiente siamo bombardati da messaggi razzisti, i nostri pregiudizi si acuiscono e se ne eravamo scevri, si formano. I pregiudizi e l’odio sono più facili da attivare perché richiedono un pensiero veloce e non elaborato
Facciamo un esempio: sono triste e nervoso perché non trovo lavoro. Vedo#salvini in tv che mi parla di invasione e mi fa capire che la colpa della mia frustrazione non è un sistema politico iniquo ma l’immigrato e il nero
La rabbia mi monta. Al bar, tra amici, tutti iniziano a dire che il problema sono i neri. È molto più facile cognitivamente che io, per comodità ci creda. Perché analizzare la realtà richiederebbe tempo, più informazioni e più fatica psichica
Prendiamo gli adolescenti: ci chiediamo come mai aggrediscono deboli, immigrati etc. Succede perché vivono ancora più di noi nella legge del branco e se qualcuno gli fa credere che donne, neri, omosessuali non sono persone, ma “ cose”, allora scaricheranno rabbia su di loro
Cosa possiamo fare? Allenarci al pensiero lento: non passare per le scorciatoie dei bias cognitivi, non ragionare con la pancia ma fare la fatica di pensare. Fermarci e parlare il più possibile con i nostri figli, sottolineando i vicoli ciechi dei pregiudizi
Cosa possiamo fare? Partire da qui : “ In Italia il 35% dei ragazzi alla fine della terza media fa fatica a leggere e a capire cosa legge” 
