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Non so voi. Ma io sono orgogliosamente cittadino di una Milano che onora Cesare Beccaria con una piazza e un monumento, al quale rendo omaggio ogni volta, non senza commozione. Perché è il confine tra civiltà e barbarie, la pagina che separa la vendetta dalla giustizia. 
La memoria di Beccaria troneggia anche sullo scalone richiano di Brera, nel tempio milanese dell’Arte. Perché giustizia è riaffermare il presidio dell’armonia e della bellezza, contro la barbarie dell’abbrutimento e dell’odio.
Per i Milanesi, farsi fotografare davanti al monumento del loro illustre concittadino Cesare Beccaria è sempre stata l’affermazione di un principio giuridico non negoziabile, di una scelta di campo civile e culturale. Oggi qualcuno preferisce i selfie con Pistoleri e manettari.
A Milano, uno dei più antichi Licei d’Italia porta il nome immortale dell’autore di “Dei delitti e delle pene”. Nato nel 1603 dalle scuole arcimbolde per “l’educazione dei poveri”, l’istituto intitolato a Beccaria è fucina di talenti e orgoglio ambrosiano di civiltà e inclusione.
A Beccaria Milano ha intitolato anche l’Istituto penale per minorenni. Dopo anni di incuria, oggi vi si propone il recupero civile con laboratori professionali di elettronica, impiantistica e panetteria, per vendere i prodotti sul libero mercato. Educazione, non lavori forzati.
Beccaria 8935 è anche il nome dato a un asteroide della fascia principale. Ha un'eccentricità di 0,1505496 rispetto all'eclittica. I liberali appaiono sempre un po’ eccentrici a chi li guarda dal basso, e sono temuti come minaccia da chi sguazza nelle fogne dell’odio. Memento.
