Thread by @andreasarubbi

#luckyloser — UN LUNGO #THREAD


Il 22.4.2018, durante le Regionali in Molise poi vinte dal Centrodestra, l’Italia cerca un governo. @Pres_Casellati ha rinunciato dopo l’incarico esplorativo datole dal @Quirinale; stesso esito avrà il tentativo con @Roberto_Fico, il giorno dopo.

“Attesa per la scelta di @matteosalvinimi”, titola il @Corriere, mentre @repubblica apre con una frase di @luigidimaio: “Con #Salvini possibili grandi cose”. Lapidario il @mattinodinapoli (“Di Maio-Salvini, ultima chiamata”), guardingo il @fattoquotidiano (“#DiMaio, attento”).

Dalle elezioni non è emersa una maggioranza, ma tutto ruota intorno a una certezza: è il leader della @LegaSalvini a dare le carte. Se si stacca da @berlusconi, trova il @Mov5Stelle disponibile a un’alleanza; ha un potere contrattuale enorme, nonostante il #M5S abbia più seggi.

I mesi successivi confermano le previsioni: l’incarico a @CottarelliCPI mette paura a #Lega e #M5S, che rischiano di perdere il treno. E infatti, quando #Cottarelli è già al lavoro per la squadra, #Mattarella blocca tutto: l’impasse è finito, il governo politico è pronto.

Fin dal giuramento di @GiuseppeConteIT, è chiaro a tutti che l’uomo forte sarà @matteosalvinimi. E il leader della #Leganord non perde occasione per ostentarlo. All’estero non si parla che di lui, in Italia è ovunque; il suo consenso cresce e la #Lega si mangia i voti del #M5S.

I sondaggi sono dalla sua parte: la #Lega sfiora il 40%. E così #Salvini decide di sfruttare il momento: i leghisti presentano una mozione di sfiducia al presidente del Consiglio, per tornare al voto e incassare. Poi #Salvini governerà con @FratellidItaIia e con chi vorrà starci.

In sostanza, @matteosalvinimi si ritira. Pensando di trascinarsi tutto. Alcuni ipotizzano che abbia un accordo con @nzingaretti, contento di andare al voto (pur da sfavorito) per cambiare i gruppi parlamentari del @pdnetwork, composti da candidati nel 2018 vicini a @matteorenzi.

Gli eventi prendono però una piega diversa. Lo stesso @matteorenzi si schiera subito contro il voto, dichiarando l’appoggio a un nuovo governo senza @matteosalvinimi. Nel #Pd si apre un dibattito e questa linea ha la maggioranza: sì a un’alleanza, per quanto complicata, con #M5S.

Il resto è cronaca: le consultazioni al @Quirinale, le trattative sui ministri, il voto su #Rousseau. E ora il #Pd parte per un’avventura che - leggendo i giornali di quel 22.4.2018, quando il @pdnetwork sembrava tagliato fuori da tutto - nessuno riteneva possibile.

Quello stesso 22.4.2018, a #Budapest, un tennista italiano sta giocando le qualificazioni per entrare nel tabellone principale dell’ATP 250. Si chiama Marco #Cecchinato e affronta l’estone Jürgen #Zopp, che lo distrugge: 6-4 6-2. Fine dei giochi, niente torneo. Anzi, no.

A tabellone compilato, infatti, succede l’imprevedibile: il serbo Laslo #Djere si ritira per un problema alla spalla e gli organizzatori richiamano #Cecchinato, che subentra come #luckyloser. Ha perso, ma può giocare. Da lì, sulla terra rossa di Budapest, inizia una storia nuova.

#Cecchinato ritorna in campo. Batte al primo turno #Bašić (bosniaco) e al secondo #Džumhur (idem). Ai quarti fa fuori il tedesco #Struff, in semifinale sconfigge l'italiano Andreas #Seppi, testa di serie. Si ritrova in finale con l’australiano #Millman.

La finale di #Budapest finisce 7-5 6-4 per #Cecchinato, che vince il suo primo torneo #ATP250 in carriera. Entra nei primi 60 al mondo. È il primo italiano di sempre a vincere da #luckyloser, ma è il terzo #luckyloser a vincere un torneo in 12 mesi: a volte, insomma, succede.

Anche il @pdnetwork, ripescato dopo il ritiro di #Salvini, entra a @Palazzo_Chigi da #luckyloser. Ha perso le ultime elezioni, forse perderebbe anche le prossime se si votasse ora, ma l'Italia è una repubblica parlamentare e inizia una storia nuova, come sulla terra di #Budapest.

P.S. Quella di #Cecchinato è una storia particolare, perché normalmente i #luckyloser non vanno molto avanti. Ma sono comunque determinati a giocarsi le proprie carte. Perché nella vita, come in politica, bisogna essere al posto giusto nel momento giusto.